My little prayer (for New York)…..

Personaggio talentuoso ed eclettico, Gianluca Serra, bolognese classe 1960, possiede il senso del bello e la capacità di dar ad esso forma, attraverso espressioni artistiche eterogenee ed innovative.

Quello che di lui mi ha colpita la prima volta che lo incontrai non furono tanto le sue creazioni, che con una gentilezza di altri tempi mi mostrò quasi “a domicilio” facendomi brillare gli occhi per quanto erano belle , quanto l’atteggiamento un po’ sorpreso ed umile che ebbe rispetto al proprio “ben fare”.

Insomma, mi stette subito simpatico.  E nel mostrarsi con una allure tutta particolare, sopra alle righe, mi piacque proprio, così come le sue F A N T A S T I C H E collane. Che parlano di vecchio e di contemporaneo, di sacro e profano, di commistioni ardite e pur sinuose. Di ossimori creativi.

Ciao Jan. Oggi ti chiedo di parlarci di come sei arrivato alla creazione di questi gioielli, se si vuole, lontani dal tuo essere più legato a tutto ciò che è interior design.

Ciao a tutti. Direi in effetti assolutamente per gioco,  perché creare gioielli mi da una sensazione di completezza, di felicità quasi infantile…Credo che tutte le espressioni creative siano lo specchio di un’intima necessità di appagamento da parte di chi dà ad esse libero sfogo e provo sempre questa gioia e soddisfazione nell’assemblare metalli e pietre, come se fosse un gioco di incastri, rifiniture e accostamenti.

Le tue collane raccontano una storia che è fatta di tessere di più mosaici – se mi passi la metafora, dato che i mercatini dell’antiquariato sono la tua prima fonte di materiali… Che sensazione ti da’ il mischiare tutti questi elementi appartenuti a chissà chi?

Assemblare cose appartenute a  più persone mi permette di immaginare vite e storie fantastiche che attraverso la mia sensibilità faccio dialogare tra loro immaginando una nuova storia e un nuovo percorso. Poi in quest’intrico di  vite trovo speciale la fisicità dell’argento , il suo peso e quell’allure fascinosa e vissuta che assume invecchiando.

 Perché hai scelto l’accostamento al Sacro? La tua linea si chiama “Prayer”, vuoi dirci qualcosa in più su questa volontà stilistica?

I simboli religiosi sono una componente importante nella cultura dei popoli, rappresentano materialmente ciò che non possiamo comprendere. Ci rivolgiamo ai simboli per trovare in essi conforto e protezione, affidando loro le nostre speranze, i nostri desideri, cercando di esorcizzare con essi le nostre paure. Trovo il simbolismo – in generale tutto, non solo quello religioso – carismatico e affascinante, talvolta oscuro ma decisamente degno di essere esplorato.

Espressione di una femminilità ricercata, i tuoi monili , prevalentemente in argento e pietre dure, incantano anche per il packaging con cui si presentano…anch’esso frutto di ricerca. Quanto c’è di Gianluca in questa attenzione al dettaglio, alla non banalità?

In tutto quello che faccio ritengo determinante costruire una commistione tra oggetto e contenitore: la materia, il fulcro della mia espressione creativa deve trovare nel proprio contenitore un degno contrappunto, forse più ricercato ed evocativo dell’oggetto stesso, in modo da risultare comunque un unicum armonioso per effetto stilistico e forza plastica.

Sulla scorta di quanto ci siamo fin’ora detti, che cos’è per te il gioiello e come deve essere la donna che lo indossa?

Per me il gioiello è un simbolo che rappresenta  l’epoca in cui è realizzato la sua filosofia e la storia. La donna che indossa i miei gioielli deve essere una donna che con le mie creazioni vuole sottolineare la propria personalità che non è certamente banale ma eccentrica e fuori dagli schemi.

Grazie Gianluca per la tua disponibilità a svelarci un po’ del modo che si nasconde dietro alle tue collane.

Un’ultima domanda: se dovessi regalare una tua creazione ad un personaggio famoso, a chi la regaleresti e perché?

Regalerei una mia creazione a Patty Smith e a Vinicio Capossela … comunque ad una rock star perché quel mondo in generale è cornice perfetta per le mie creazioni.

Non c’è che dire…fortunati loro!

Alle immagini che riporto, il compito di raccontare l’estro e la bravura di Jan non solo nella realizzazione di questa gioielleria di nicchia, preziosa soprattutto perché non immediata , mai scontata e sempre unica .

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